martedì 16 dicembre 2008

Perseguire la pace

Fare un blog con temi pressochè limitati mi risulta difficile e noto che anche per altri lo è,ho notato che alcuni blog sono un fac-simile di qualche altro sito,gli interventi sono noiosi e prolissi e molte volte mancano le impressioni personali di chi scrive;questo ovviamente è un grosso limite e non fà si che quel blog sia particolarmente interessante per i lettori della rete.

Proprio leggendo uno dei post in uno dei blog che ritengo più originale per i temi trattati: http://vanemartin.blogspot.com/ mi è venuta la voglia di parlare di una cosa che in questi mesi mi tocca in maniera molto ravvicinata ...

La pace nel mondo come dice Vanessa nel suo post è "il sogno più meraviglioso che il genere umano abbia mai generato!!" Nessuno potrebbe contraddirla in ciò,però è un sogno quindi come tale non è detto che si realizzi...a me sembra molto più spesso un'utopia....ma per tanti è invece un obiettivo,uno scopo da raggiungere...
Molte organizzazioni tentano di portare la pace nei territori devastati dalla guerra,una di quelle che se ne occupa in maniera attiva è ANCHE il nostro Esercito Italiano,voglio farvi conoscere una delle tante missioni di pace in corso,si chiama MISSIONE LEONTE ed si svolge in Libano,è una operazione O.N.U per difendere e consolidare la pace dopo i lunghi giorni di guerra dell'estate 2006,prende il nome di Leonte dalla traduzione latina di Al Litani,fiume libanese,che segna il territorio dove il contingente italiano è destinato a operare secondo la risoluzione nr. 1701 delle Nazioni Unite.

http://www.esercito.difesa.it/root/attivita/mix_unifil_leonte.asp

Alla base di queste missioni deve esserci una tolleranza e un vero spirito di aiuto ,i militari son infatti prima di tutto persone che hanno molto spesso un valore aggiunto... l'amore per la patria...
Per fare in modo che la tollerenza non sia solo a parole i ragazzi dell'esercito settimane prima della partenza seguono dei corsi con le nozioni di cultura araba elementare...poi si sà il resto si apprende partendo e sul territorio... ricordando che la miglior lingua per capirsi è la LINGUA DEL CUORE.... è universale...non conosce culture,pregiudizi,età e limiti di alcunchè...

2 commenti:

vanessa martin ha detto...

Cara Francesca...cosa posso dire se non che condivido a pieno cio' che hai scritto??...E' vero che il mondo ha bisogno di molta più speranza e di volersi bene!!...tutti corriamo come pazzi per completare la nostra routine e alla fine non ci accorgiamo dei piccoli gesti...proprio quei semplici pensieri che rendono l'istante un immensità!!
Formarsi per volersi bene...formarsi per voler bene gli altri...non smettero' mai di dirlo, di urlarlo a gran voce...VOGLIAMOCI BENE!!!

mati.brama ha detto...

Ho il massimo rispetto delle *persone* che lavorano nell'esercito con grande professionalità, con grande spirito di sacrificio e con grande amor di patria e voglio proporre una riflessione su questo concetto.

Cos'è l'amor di patria?
E' quel sentimento che ci fa sentire di avere delle radici, che ci fa provare un'*appartenenza*, al di là di tutti i difetti, di tutte le negatività che noi stessi, come popolo, ci attribuiamo, al di là delle diverse ideologie, religioni, scelte politiche, al di là di chi ci amministra e ci governa?
Se questo è ciò che intendiamo per Amor Di Patria, sono d'accordo che sia un grande valore, perchè nella pratica diventa ciò per cui ci *riconosciamo* come italiani e diventa immediatamente condiviso quando *gli italiani* si distinguono nei confronti di altri popoli: vuoi che sia vincere un mondiale di calcio o un oro alle Olimpiadi, vuoi che sia un intervento *di Pace* nelle zone di guerra, di protezione civile laddove è avvenuto un disastro, di cooperazione e volontariato nelle crisi e nelle emergenze in ogni parte del mondo.

Ma purtroppo altri significati sono stati attribuiti nel tempo ad "Amor di Patria": superiorità della nostra cultura rispetto ad altre e da ciò colonizzazione materiale e culturale di altri popoli e dei loro territori.
Un significato certo vecchio e superato, ma che lascia degli "strascichi" culturali soprattutto in alcuni ambienti in cui il sentimento di superiorità è indissolubilmente legato a quello di forza e questo a quello di capacità di sottomettere l'altro.

La nostra Costituzione ci dice a chiare lettere "L'Italia ripudia la guerra".
Sottolineo la scelta del verbo: "ripudia" non significa che la guerre ci fa schifo, vuol dire molto più profondamente che l'Italia, gli italiani che si riconoscono nella Carta Costituzionale, non vuole aver niente a che fare con la guerra, non si impegnerà in alcun modo in alcuna guerra da nessuna parte del mondo.

Allora perchè oggi ancora l'Esercito? perchè nel Bilancio della Difesa 2008 sono stati stanziati 21.5 miliardi di €? Perchè per 2 sommergibili U212 verranno spesi, in 10 anni, 915 milioni di € quando con la stessa cifra si potrebbe garantire un salario di 1.500 € al mese per lo stesso periodo a 60.000 persone che hanno perso o non trovano lavoro (o 750€ a 120.000, o 500€ a 180.000, o per 5 anni a 360.000: giochiamocela come vogliamo questa è la cifra!)?

Perchè, se lo stesso Stato Maggiore dell'Esercito dichiara un esubero di 39.000 marescialli e 2.800 ufficiali, si preferisce tagliare su scuola e formazione piuttosto che diminuire i militari?

Questi dati sono presi dal rapporto 2008 della campagna "silanciamoci" www.sbilanciamoci.org e "controllarmi" www.disarmo.org.

Lascio a voi la riflessione su quanto ci hanno raccontato sul fatto che le "3 maestre" erano una risposta alla necessità di assumere maestre precarie e non un'evoluzione dei modelli educativi.

Riprendo invece il mio punto di vista: l'esercito è un'istituzione lagata a modelli culturali e di sviluppo superati dalla storia:l'Italia *ripudia* la guerra dal 1948!
Se in determinate situazioni di emergenza serve una difesa armata, non servono sommergibili, aerei da caccia e relative portaerei; se in situazioni di crisi servono alte professionalità per ricostriure materialmente strade, comunicazioni,edifici e quant'altro non sarebbe meglio potenziare il Genio della Protezione Civile, piuttosto che quello dell'Esercito; se servono professionalità per fare formazione ed educazione nei paesi colpiti da conflitti, da emergenze sanitarie, da disastri naturali perchè non potenziare la cooperazione, alla quale invece vengono continuamente sottratti fondi?
La Protezione Civile e la Cooperazione Italiana sono istituzioni che si sono sempre distinte ad alto livello, nonostante che, rispetto a quelle simili di altri paesi, siano in Italia costrette a lavorare con le briciole...